Nata a Roma nel ’60, racconta che un’esperienza di attrice per uno sceneggiato tv è stata l’occasione che l’ha fatta seriamente innamorare del cinema.
Ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia tra l’80 e l’83 e il Laboratorio di Bassano di Olmi e Valmarana; sono di questo periodo alcuni cortometraggi che l’hanno segnalata come figura di punta del rinnovamento generazionale e stilistico del cinema italiano.
Mignon è partita dell’88, film di successo anche internazionale, segna l’inizio di una nuova stagione di film coraggiosi di giovani autrici/ori. Mostra in modo personalisimo le crisi, i turbamenti e le inquietudini dell’adolescenza e delle relazioni negli spazi di vita, tema caro all’Archibugi, che torna, in modi diversi, anche nei film successivi.
Verso sera (1990) mette in scena l’indefinitezza, in una storia narrata da un nonno a una nipote, Mescalina “perchè mamma e papà mi hanno fatto sotto un fungo?”: è un confronto tra certezze e ricerca, ordine e disordine, riti e miti sociali nell’orizzonte del ’77 metropolitano.
Nel Grande Cocomero esperienze diverse riescono invece a incontrarsi e a ricomporre identità dissociate in una cifra di racconto poetico e vivido oltre la malattia e la morte. (Vi si sente il respiro e l’impegno di Marco Lombardo Radice e delle scommesse che alcuni/e come lui hanno saputo fare. Peccato che per lo più siano morti, se non realmente, come Marco, simbolicamente!)
A trentaquattro anni lascia il mondo quotidiano, romano, guardato con partecipazione, e affronta il dramma in Con gli occhi chiusi del ’94 (da un prestigioso romanzo di F. Tozzi) . Nella campagna toscana d’inizio secolo, l’amore infelice d’un figlio di padroni per una contadina il cui destino appare ineluttabile è narrato con alta maestria professionale e mai convenzionale o banale (la mutazione interpretativa della Caprioglio ne è un indizio non secondario, ci pare!).
Con L’albero delle pere del ’98 torna al brillìo incerto dell’adolescenza e degli affetti nelle relazioni familiari.
Domani del 2001 va sulla scena del terremoto in Umbria: la sorte precaria del dopoterremoto, famiglie e figli, ragazze e ragazzi in relazione, la scuola e la prof, un restauratore inglese venuto per restaurare un affresco del Beato Angelico e la maestria di mostrare relazioni ed emozioni.
Gabbiani – studio su “Il Gabbiano” di Anton Cechov del 2004, evento speciale nella sezione cinema digitale della 61° Mostra del Cinema di Venezia è una speciale lezione di cinema in forma di opera aperta realizzata con le/gli allievi del Centro Sperimentale. Nel ’97 aveva lavorato in forma simile, anche se in contesti diversi, al bel documentario “la strana storia di Banda Sonora” su la strana scuola di musica di Battista Lena
Filmografia:
Cortometraggi
- 1982 Riflesso condizionato
- 1983 La guerra appena finita
- 1985 La piccola avventura
- 1986 Il Vestito più bello
- 1994 L’unico paese al mondo (collettivo)
Lungometraggi
- 1988 Mignon è partita
- 1990 Verso sera
- 1993 Il grande Cocomero
- 1995 Con gli occhi chiusi
- 1997 La strana storia di banda sonora – doc
- 1998 L’albero delle pere
- 2001 Domani
- 2003 Renzo e Lucia – film Tv
- 2004 Gabbiani. Studio su “Il gabbiano” di Cechov
scheda cura di mpb al settembre 2005
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