Prendere una cinepresa e usarla come una penna” “ora si può più agevolmante con le nuove tecnologie leggere” dice Hana Makmalbaf nel rispondere in conferenza stampa alle domande sul suo film Joy of Madness selezionato in visione speciale nella sezione Settimana della Critica e proiettato il 27/9/03, giorno di apertura del 60° Festival del cinema di Venezia

“Mi interessa girare film per risolvere dei problemi, anche piccoli, per me il cinema è mostrare agli altri quello che io vedo”

Lazate Divanegi – Joy of Madness –  è il lavoro di backstage girato da Hana Makhmalbaf nelle case e nelle strade dell’Afganistan, al seguito della sorella Samira impegnata nel casting del suo ultimo film (premio della giuria a Cannes ’03 con il titolo Alle cinque della sera)

I personaggi che vediamo sono: un mullah, una giovane insegnante, una famiglia di pazzi.
Siamo nell’autunno del 2002 a Kabul, dopo la caduta del regime talebano e Samira  cerca fra la gente comune interpreti per  il suo  film (la storia di una ragazza afgana decisa a candidarsi alla presidenza del paese): sopralluoghi e incontri, nelle scuole, nelle case, negli spazi chiusi dei cortili, qualche volta nelle strade; incertezza, curiosità, desideri affioranti ma sempre segnati di paura e di timore . “Ho deciso di montare  il materiale girato e farne un  film  quando ho visto  la paura, ho voluto farla vedere”

La gioia della follia è il titolo che ho scelto tra tanti” racconta “proprio perché profondamente colpita dall’immagine con cui poi chiudo il film”: un fiore di plastica issato sul manubrio di una bicicletta/casa di una famiglia pazza (donna, bambina malata e uomo) che vive in strada …

Forse la gente pensa che un film possa essere fatto solo da un uomo di 70 anni” causticamente risponde Hana Makhmalbaf, sorridente e determinata, 14 anni e mezzo, infradito con margerita gialla ai piedi, al giornalista che  in apertura di conferenza stampa le chiede di come ci si senta ad essere giovanissima regista  (sottinteso: velo, islam, etc ) presente ad un Festival importante come Venezia, appartenendo ad una famiglia di cinema come la sua: “Felice” è la risposta secca.

Sorride, si guarda intorno e passa a raccontare … già a 8 anni vedevo tutti i film a Cannes ho fatto me stessa nei film di mio padre, l’aiuto in quelli di mia sorella  Il mio primo corto (Il giorno che mia zia si è ammalata) l’ho girato a 9 anni, poi  presentato al Festival di Locarno…“Non guardo la tv, non guardo troppi film insieme, partecipo ad un vero laboratorio…” (Makhmalbaf Film House)

Filmografia

1997   Rouzi Keh Khalam Mariz Bood The day my aunt was ill

2002  Lazate Divanegi Joy of Madness

Intervista con Hana Makhmalbaf 


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